1. LE ORIGINI ANTICHE
Il clarinetto è il più giovane rappresentante della famiglia
dei “legni”, ed ha in comune con essi le origini lontane in strumenti di
costruzione estremamente semplice e primitiva, costruiti da uno o più tubi di
canna tagliati in diversi modi per dare vita ad una varietà di timbri
differenti.
I più lontani predecessori del clarinetto sono stati
ritrovati in Egitto. In particolare il “memet” (2700 a.c) è il più lontano
antenato. Il memet era formato da due canne con un’ancia semplice conglobata in
una terza canna separata che a sua volta faceva parte di una delle due canne.
Uno strumento affine al memet era l’ “aulos” dell’antica
Grecia, formato da due canne disunite. L’esempio italiano degno di nota è
rappresentato dalle “launeddas” sarde, in uso fin dal 900-500 a.C. e tuttora
appartenenti alla tradizione popolare. Formato da tre canne di lunghezza
diversa, di cui due con fori rettangolari per ottenere la melodia in terze e
seste, l’altra per l’accompagnamento.
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ESEMPIO DI LAUNEDDAS SARDA |
2. LO CHALUMEAU
Prima di trattare la nascita del clarinetto e la sua
evoluzione è indispensabile parlare del suo predecessore più vicino: lo
“chalumeau”. Le origini dello chalumeau possono essere individuate tra il X e
XI secolo; vi è infatti un manoscritto, conservato nella Biblioteca Nazionale
di Parigi, in cui vengono raffigurati alcuni strumenti presumibilmente a canna
singola o doppia con ancia singola. Le analogie che possiamo riscontrare con
gli chalumeau del XVII secolo sono l’ancia singola separata o conglobata al
bocchino e cameratura interna cilindrica. Lo chalumeau è caratterizzato da un
timbro affascinante, bucolico e da una ampia flessibilità sonora. La famiglia
dello Chalumeau era composta da soprano, contralto, tenore e basso. Il
materiale utilizzato per la costruzione di questi strumenti era per lo più il
bosso ed in piccola parte legno d’acero e avorio. Fra i costruttori più esperti
nella costruzione di chalumeau troviamo Johann Schell, Denner (padre e figlio).
L’estensione di questo strumento era molto limitata infatti non superava
l’ottava e mezzo.
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CHALUMEAU |
CONCERTO PER DUE CHALUMEAU-TELEMANN
3. LA NASCITA DEL CLARINETTO
La prima prova documentata riguardante la nascita del
clarinetto è contenuta nell’Historische Nachricht von den Nurnbergischen
Mathematics und Kunslern (Norimberga,1730); l’autore J.G. Doppelmayr, accanto
all’elenco di tutte le personalità di spicco di Norimberga affianca la
biografia di Johann Christoph Denner (1655-1707), attribuendogli l’invenzione
alla fine del XVII secolo di un nuovo strumento a forma di tubo chiamato
clarinetto, frutto del perfezionamento dello chalumeau. I dubbi che riguardano
l’esatta data di nascita del clarinetto sono molteplici; alcuni dizionari la
collocano nel 1690 (Murr), alcuni nel 1700 (Gerber) e altri fra il 1690 e il
1700 (Barmann e Andersch). Lo
strumento di Denner aveva sei fori anteriori e uno posteriore e due chiavi chiuse,
una posta sopra i fori anteriori e l'altra su quello posteriore, che chiudevano
altri due fori. Successivamente Denner e i suoi figli hanno spostato il foro
della chiave posteriore e lo hanno rimpicciolito per poterlo utilizzare sia
come chiave del Si♭, sia come foro portavoce, aprendo quindi le porte del
registro superiore o "registro di clarino".
Il termine clarinetto
appare per la prima volta nel 1732 nel Musicalisches Lexicon di Johann Gottfried Walther in cui è scritto:
"sentito a distanza, esso suona piuttosto come una tromba".
Ciò spiega il nome clarinetto derivato da clarino, termine
oggigiorno utilizzato impropriamente, che indica uno strumento appartenente
alla famiglia delle trombe.
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CLARINO |
Successive modifiche al clarinetto sono state
apportate da Hyacinthe
Eléonore Klosé, il produttore del
clarinetto "sistema Boehm". Klosé basò il suo lavoro su quello fatto
da Theobald Boehm che introdusse sul flauto le chiavi ad anello. Klosé
adottò gli anelli sul clarinetto, adottò i fori cigliati di Müller e aggiunse
nuove chiavi per un totale di diciassette. Questo strumento era facile da
gestire e dava la possibilità di suonare in tutte le tonalità. Fu Klosé stesso
ad esibirlo per la prima volta a Parigi nel 1839. Oggi è il tipo di clarinetto
più diffuso.
Al clarinetto di Müller gli anelli sono
stati applicati da Carl Bärmann. Poi Oskar Oehler modificò la posizione delle
chiavi adattandole alle caratteristiche delle mani e migliorando quelle acustiche.
Questo è il clarinetto attualmente utilizzato in Germania e, con piccole differenze, in Austria.
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METODO PER CLARINETTO-BAERMANN |
Il clarinetto è tuttora sottoposto a
miglioramenti tecnici. Si cerca di ottenere caratteristiche acustiche sempre
migliori e maggiore maneggevolezza da parte degli esecutori. Tra i
contemporanei che più di altri si sono cimentati nel migliorare lo strumento
sono da ricordare il clarinettista Rosario Mazzeo e lo svizzero René Hagmann.
Clarinetto soprano in si bemolle |
CONCERTO IN SI BEMOLLE MAGGIORE PER CLARINETTO E ORCHESTRA- SAVERIO MERCADANTE
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SPARTITO PER CLARINETTO |
CONCERTO IN LA MAGGIORE PER CLARINETTO E ORCHESTRA - W. A. MOZART
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SPARTITO PER CLARINETTO |
LA FAMIGLIA DEI CLARINETTI
La famiglia dei clarinetti è così
composta:
·
Clarinetti acuti nei toni di Sib e La (poco
adoperati)
·
Clarinetti piccoli nei toni di Mib e Lab
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CLARINETTO PICCOLO LAb |
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CLARINETTO PICCOLO MIb |
· Clarinetti soprani nei toni di Do, Sib e La
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CLARINETTO IN DO |
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CLARINETTO IN SIb |
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CLARINETTO IN LA |
· Clarinetti d’amore nei toni di Sol e Fa (in disuso)
· Clarinetti contralti nei toni di Fa e Mib
· Clarinetti contrabassi nei toni di Fa, Sib e Mib
·
Clarinetto bordone nel tono di Sib
·
Clarinetto pedale nel tono di Sib
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